L’Isola dell’Asinara:
natura incontaminata e mare da cartolina

AsinaraTartarughe e asinelli bianchi, spiagge da sogno e calette inaccessibili, due piccoli borghi affacciati sul mare e un carcere di massima sicurezza ormai in disuso. In poche parole, l’Isola dell’Asinara.

Per gli antichi romani era l’Insula Herculis, nelle repubbliche marinare era conosciuta come Azenara, mentre i navigatori catalani la chiamavano Linayre.

La denominazione Asinara compare per la prima volta in alcune carte nautiche del 1500 e da allora è conosciuta con questo nome, a cui, nel 2002, si associano le parole Parco Nazionale. Oggi l’isola, situata di fronte le coste nord-occidentali della Sardegna, è interamente parte di una delle aree naturali protette più importanti del nostro paese, regolamentata da normative molto stringenti in materia di tutela ambientale.

Se decidi di visitare l’Asinara, quindi, preparati a pedalare, camminare o ad affittare una piccola auto elettrica perché, a parte un autobus che collega Cala Reale a Cala d’Oliva, questi sono gli unici modi per muoversi sull’isola. I rigidi regolamenti dell’ente parco, infatti, vietano l’utilizzo di qualsiasi altro mezzo inquinante, ma fai molta attenzione anche se stai solo passeggiando: controlla bene la mappa e assicurati che la zona sia accessibile al pubblico. All’interno dell’Asinara ci sono aree totalmente interdette al transito e alla balneazione, al fine di preservare l’ambiente e l’habitat della fauna autoctona.

Ma non preoccuparti, perché il resto dell’isola offre tutto ciò che puoi desiderare durante una vacanza: spiagge, colline, paesaggi, testimonianze del passato, animali e natura ti regaleranno emozioni indimenticabili, fotografie da incorniciare e il privilegio indiscutibile di aver trascorso almeno qualche giorno in una natura ricca e incontaminata.

L’Isola dell’Asinara: una storia che parte da lontano

La storia dell’isola getta le sue radici in un passato lontanissimo: pensa che la testimonianza più antica reperita all’Asinara è una tomba scavata nella roccia, in località Campu Perdu, che colloca le prime presenze umane nel IV millennio a.C.

Da quel momento in poi, l’isola fu sempre abitata e in epoca romana acquisì una notevole importanza strategica per il controllo militare del Mar di Sardegna. Con la caduta dell’Impero Romano e dopo aver conosciuto un lungo periodo di dominazione bizantina, l’Asinara divenne motivo di contesa fra le repubbliche marinare di Pisa e Genova, prima, e tra i genovesi e gli aragonesi, poi.

D’altronde la sua posizione la rendeva un territorio appetibile, sia per ragioni militari che commerciali, pertanto non deve sorprende che nel corso dei secoli sia stato teatro di feroci battaglie.

La storia moderna dell’Asinara inizia nel 1720, quando dopo un breve periodo di dominazione asburgica, l’intero territorio passa alla casa Savoia, che comincia a pensare alla sua colonizzazione. Fu proprio grazie agli sforzi di Don Antonio Manca e Amat, che si fece affidare l’isola da Vittorio Emanuele, col titolo di Duca dell’Asinara, che questo lembo di terra conobbe il suo primo, vero sviluppo economico, arrivando a contare ben 300 abitanti e 4000 capi di bestiame. Un rapporto che oggi stupisce, ma che all’epoca era assolutamente vincente e fonte di benessere e prosperità.

Con la fine del feudalesimo, l’isola passò sotto il controllo dello Stato che, nel 1885, la scelse per costruirvi un’importante colonia penale agricola e un lazzaretto, dove i malati di tubercolosi trascorrevano la quarantena.

L’idea della colonia penale deve aver affascinato parecchio i governanti delle epoche successive, poiché, in breve successione, sull’isola vennero detenuti i prigionieri austroungarici durante la Prima Guerra Mondiale, gli etiopi nel corso della guerra d’Abissinia e, per concludere la sua carriera, l’Asinara divenne la sede di uno dei più famosi carceri di massima sicurezza, che negli anni ospitò mafiosi e brigatisti.

Una sorta di Alcatraz italiana, che ancora oggi, dopo essere stata chiusa nel 1998, dona all’isola un fascino suggestivo e malinconico, che si sposa alla perfezione con il fischio del maestrale che spazza le coste e lacera il silenzio di quest’isola disabitata.

Tartarughe marine AsinaraTartarughe marine, asinelli bianchi e cetacei: i padroni dell’Asinara

Nonostante i suoi 52 km quadrati di superficie, sull’isola non abita nessuno. A parte i due bar-ristorante di Cala reale e Cala d’Oliva, qui non troverai né discoteche, né locali alla moda: il reale valore aggiunto di una vacanza all’Asinara è proprio la quiete.

I veri padroni dell’isola sono gli animali, che anche grazie alle rigide norme emanate dall’ente parco, qui possono riprodursi e proliferare in tutta tranquillità. Asinelli bianchi Asinara

Grazie all’area protetta, all’Asinara vivono ben 80 specie di animali, alcuni davvero rari e, se sarai fortunato, potrai facilmente imbatterti in cinghiali, lepri, donnole e mufloni, che vivono numerosi soprattutto nell’entroterra.

Ma la vera attrazione del parco è sicuramente l’asinello bianco che sarà impossibile non incrociare durante la tua escursione nel parco. Questo timido animale, dal manto candido e gli occhi celesti, ha origini incerte, anche se la teoria più accreditata lo fa discendere da un incrocio tra l’asino sardo e qualche sottospecie africana, importata dall’Egitto. Sta di fatto che osservare questi animali che vivono allo stato brado, aggiunge mistero e fascino a un territorio che, già di suo, ammalia con la sua natura incontaminata, le coste frastagliate e il mare cristallino, le cui acque sono parte dell’Area Marina Protetta.

Infatti, all’Asinara gli animali non popolano solo le sue brulle terre, ma dominano anche il suo mare azzurro e trasparente. Navigando lungo le coste dell’isola avrai la possibilità di fotografare, da lontano e senza disturbare, i grandi mammiferi marini che percorrono periodicamente questo tratto di mare: balenottere e capodogli sono i re incontrastati di quest’area e, se deciderai di fare un giro in barca, non sarà difficile vedere i delfini che giocano gioiosamente con la prua della tua imbarcazione.

Nell’area transita anche la simpatica tartaruga caretta caretta, motivo per il quale sull’isola è sorto un centro che si occupa del recupero di questi animali e che, dopo averli curati, li rimette in mare, tra gli applausi dei fortunati che assistono all’evento.

Le spiagge dell’Asinara

Spiagge AsinaraSe hai deciso di trascorrere le tue vacanze all’Asinara, non vorrai di certo perdere l’occasione per fare un bagno nel suo mare cristallino e incontaminato!

La costa occidentale dell’isola è alta e rocciosa, pertanto se cerchi sabbia soffice e acque trasparenti, dovrai recarti sul versante orientale. Qui si affacciano tutte le spiagge dell’Asinara, selvagge, poco frequentate e ancora totalmente incontaminate.

Cala d’Arena – Situata nell’estremo nord dell’isola, questa è forse la spiaggia più bella dell’Asinara. La sabbia bianchissima si immerge dolcemente in acque che attraversano tutte le tonalità dell’azzurro, mentre alle spalle, dalla macchia mediterranea, si erge una torre costiera risalente al XVI° secolo. Nonostante non vi siano più foche monache adagiate sull’arenile, né tartarughe caretta caretta che depongono le uova, la spiaggia fa parte dell’area protetta del Parco Nazionale, quindi non è accessibile. Un vero peccato, ma osservando la sua bellezza da lontano, capirai perché è necessario proteggerla.

Cala Sabina – Se non vedi l’ora di fare un tuffo nello splendido mare dell’Asinara, Cala Sabina è la spiaggia che fa per te! Qui potrai stenderti sulla sabbia, finissima e candida come farina, e tuffarti nelle acque turchesi che proteggono fondali incontaminati, ricchi di pesci coloratissimi. Inutile ricordarti che sei comunque all’interno di un parco nazionale, quindi mi raccomando: massima attenzione all’ambiente!

Cala d’Oliva – Questo è uno dei due borghi dell’isola, incastonato fra due spiaggette da sogno. Entrambe le spiagge hanno sabbia bianchissima, mare che passa lentamente dall’azzurro intenso al blu profondo e fondali ricchi di vita marina.

Cala Trabuccato – Parte integrante della zona protetta del Parco Nazionale, questa spiaggia potrai visitarla solo se accompagnato da una guida, come previsto dal regolamento dell’ente. L’arenile è circondato dalla tipica macchia mediterranea, della quale non ti sfuggiranno i caratteristici aromi. Nei dintorni di questa spiaggia, al sicuro da pescatori e inquinamento, prosperano le “nacchere”, i molluschi più grandi del Mediterraneo, che possono raggiungere anche 1 m di lunghezza.

Cala Reale – Questa spiaggetta sarà il tuo punto di partenza per le escursioni sull’isola, soprattutto se avrai intenzione di fare un po’ di snorkeling o affittare una barca. Situata nei pressi del piccolo borgo, la spiaggia offre sabbia soffice, circondata dall’immancabile macchia mediterranea.

Isola dell’Asinara: cosa vedere

Cosa vedere all'AsinaraLa vera ricchezza dell’isola è la natura, è vero, ma l’isola vanta un lungo e travagliato passato, che le ha lasciato in eredità alcune testimonianze storiche che meritano una visita.

Passeggiare per il Borgo di Cala d’Oliva, ad esempio, è come fare una lunga escursione attraverso i secoli. La torre di avvistamento, costruita dagli aragonesi, ti catapulterà indietro nel XVII secolo, ma poco più avanti, imbattendoti nella colonia penale voluta dal governo De Pretis, scivolerai bruscamente nel 1885, per tornare rapidamente ai nostri giorni passeggiando davanti l’ex bunker di massima sicurezza, dove mafiosi del calibro di Toto Riina scontarono il 41 bis.

E fu proprio qui, a Cala d’Oliva che nell’estate del 1985 i giudici Falcone e Borsellino scrissero l’istruttoria del maxi-processo, che portò dietro le sbarre centinaia di appartenenti a Cosa Nostra.

Cala Reale, invece, è il porticciolo dell’isola. Non ti aspettare le dimensioni di un porto commerciale: questo è un piccolo approdo turistico, dove ormeggiano le imbarcazioni provenienti da Porto Torres. Oltre al Palazzo Reale costruito dai Savoia, oggi sede del Parco nazionale dell’Asinara, a Cala Reale potrai visitare il Centro di Recupero delle Tartarughe Marine e farti raccontare da ricercatori e volontari i tanti salvataggi e l’emozione provata nel rimettere in mare queste incredibili creature.

Tra i luoghi da visitare all’Asinara, merita una menzione speciale il super-carcere di Fornelli. Quest’affermazione sembra bizzarra, vero? Eppure è proprio così: il fascino triste e silenzioso che si respira in una prigione abbandonata è un’esperienza da provare, almeno una volta nella vita.

Quando fu costruito era solo una piccola parte della colonia penale, che contava numerosi edifici, nei quali venivano ripartiti i detenuti in base ai loro reati e al regime di sorveglianza al quale erano sottoposti. Utilizzato per detenere i brigatisti durante gli Anni di Piombo e i più pericolosi mafiosi durante gli anni 90, il carcere dell’Asinara fu un vero e proprio carcere di massima sicurezza, in cui i detenuti erano sottoposti a regimi di carcerazione davvero eccezionali. Pensa che la zona in cui venne rinchiuso Toto Riina, venne soprannominata “la discoteca”, a causa degli enormi fasci di luci che la illuminavano a giorno durante tutta la notte.

Come vedi, l’Asinara, pur essendo una piccola isola, ha davvero molto da offrire. La sua storia e quella degli uomini che qui hanno vissuto e sofferto, restituiscono uno spaccato del nostro paese che fa riflettere, mentre la bellezza mozzafiato dei suoi paesaggi ci ricorda l’importanza della tutela ambientatale e del rispetto della natura.

Un’isola aspra, dai mille profili, che merita davvero una visita, in ogni periodo dell’anno.

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